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A COMPIOBBI, prima stazione in sulla linea Aretina, una folla di popolo accalcato, con risonanti evviva e sventolar di bandiere e fazzoletti, era accorsa a salutare l'eroe. Il generale commosso, si presentò allo sportello del vagone, apostrofando la folla: È su voi, o generosi, che io conto per andare a Roma; voi che paura di alcuna convenzione non trattiene, ne sono certo, non abbandonerete mai i fratelli vostri di Roma in guerra col papato. E parole di poco dissimili il generale pronunciava più innanzi a Pontassieve, alle Figline, a Montevarchi, a San Giovanni: poiché dappertutto, sul percorso della ferrovia, la notizia del suo passaggio si era diffusa in un baleno e d'ogni parte accorrevano in frotte quei bravi terrazzani a salutarlo.
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