RITORNA ALL'ELENCO DEI GIORNALI

ALL'INTERNO DEL GIORNALE  N°6


Il ciuco di Compiobbi
La tassa sul mulo
Il canto del foco
La prima festa dell'uva

IL CIUCO STRACCO
Il cantastorie del Mugello Moroni, detto «il Niccheri», nel suo repertorio aveva un'ottava rima dal titolo "Il contadino che ha furia e il ciuco stracco", che decantava i pregi dell'animale da soma.

IL CIUCO DEL PEPI
All'«Arco del Pepi» una volta, prima dell'ultima guerra c'era la stalla del ciuco del Pepi. Questo ciuco, il Pepi, lo prestava per far qualche trapelo soprattutto quando un carro molto carico non ce la faceva a superare la «salita dell'Ellera» o quella degli Archi della Quercia. Il trapelo era l'«aiutino di una volta». Molti non sanno qual'è l'Arco del Pepi. Non è difficile! È quell'arco che dà sulla corte fra il parrucchiere «I Ricci» e la Banca.

LA MULA DI «UCCELLINO»
Il Rimbotti, che era stato ferito durante la prima guerra mondiale, era rimasto scioccato e quando cambiava il tempo non diceva il vero, perché aveva sempre addosso una scheggia.
Il Rimbotti, detto «Uccellino» aveva una mula che, benché tirasse calci, gli serviva non poco. Quando questa morì Uccellino si raccomandò al Padreterno dicendogli:
- Senza questa mula sarà difficile andare avanti. Cerca di farmela rinvivire!

LA TASSA SUL MULO
Nel Catasto fiorentino del 1427, Luca di Piero di Betto di Quintole venne tassato di 10 fiorini per il fatto che possedeva un mulo.

UN CIUCO PER UNA FISARMONICA
Enrico Bencini era detto «il poeta» perché cantava in versi ed amava così tanto la musica che una volta a Rignano, verso il 1941, scambiò con degli zingari il suo ciuco con una fisarmonica.

Pagina indietro