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Nel libro dei morti che si trova nella chiesa di san Donato a Torri, alla data del 30 marzo 1581 si legge che in quella data «si soterò Giovanni Fantini mugniaio alle Mulina Nuove alelera». Segno che all'Ellera in precedenza c'erano delle «mulina vecchie», probabilmente quattrocentesche come indicherebbe la base di una torre quadrata costruita per il controllo dei percorsi e del fiume.
I Del Nero ne furono i proprietari per tutto il '700 anche se non ne curarono la gestione, preferendo affittare a vari mugnai, come nel 1708, quando troviamo Domenico Nannoni, proveniente dalla stessa famiglia che 200 anni prima aveva legato il proprio nome al mulino e alla gora. Nel 1788 è affittuario Giuseppe di Danielle di Lorenzo Lastrucci il quale, come risulta nel Catasto Lorenese del 3 dicembre 1801, 3 anni dopo acquista l'attività del mulino a due palmenti con sua pescaia, da Cerbone di Luigi Maria del Nero per scudi 2300. Insieme al mulino è compresa una casa da mugnaio e «un recinto di terre lavorative, vitate, gelsate e fruttate di stiora 2». Pochi anni dopo il Lastrucci preferisce affittare a vari gestori o ad inquilini come Luigi Benozzi che, nel 1807, svolge l'attività di «fabbro di bullette» nei locali attigui.
Il 16 dicembre 1820 i figli del Lastrucci vendono il Mulino Nuovo per 1676 scudi, quindi si potrebbe dire che «il capitale straniero» sbarca nel borgo di Ellera, nella persona di Stefano Richard. «Religione protestante», annota subito, allarmato, il prete di Torri nel «libro delle anime», vale a dire nel registro che veniva compilato in occasione della visita annuale per l'acqua benedetta. Nel 1839 il mulino passa in affitto ad Eugenio Rambaud, finché, nel 1851, il «patronato» passa a Giovanni Wital, residente a S. Andrea a Rovezzano. Nel 1895, finalmente, il mulino di Ellera viene acquistato dalla famiglia Fantappiè, che ne è tuttora proprietaria.
Nel 1935 il mulino è a tre palmenti, gestito da Eugenio Fantappiè, ha un buratto mosso dalla forza idraulica (16 Hp) e ha una produzione media giornaliera di 10 qli.
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