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AGLIO (Allium sativum) Pianta dalle ben note proprietà antisettiche, per di più si credeva che tenesse lontane le streghe. Quando un bambino aveva i "bachi" - ovvero gli ossiuri, piccoli vermi filiformi che vivono come parassiti nell'intestino e provocano stati di alterazione febbrile - veniva messo un aglio sotto il suo cuscino.
BASILICO (Ocimum basilicum) Ricco di olii essenziali, aveva azione antispasmodica e diuretica.
BETONICA (Stachys officinalis) Una poltiglia ottenuta con le parti verdi della pianta era largamente usata per curare le ferite e arrestare le emorragie.
CAMEDRIO (Teucrium chamaedrys), in vernacolo "erba querciola" L'erba andava bollita e fatta posare; il liquido ottenuto veniva usato come febbrifugo o per rinfrescare i reni.
CAMOMILLA (Matricaria chamomilla) La pianta ha ben noti effetti calmanti ed emollienti.
CARCIOFO (Cynara scolymus) Con delle "fumenta" di foglie bollite in acqua si curavano le emorroidi.
CIPOLLA (Allium cepa) Come l'aglio, anche se in modo più blando, cipolle e porri hanno proprietà antisettiche. I frignoli (pustole particolarmente dolorose) venivano fatti maturare fasciandoli con una buccia di cipolla.
FAVA (Vicia faba) Una fava biascicata applicata sulla ferita per i tagli e le bucature con le spine.
FICO (Ficus carica) Un decotto di foglie e latte di fico si dice che aumentasse la virilità maschile; pare che la cura avesse effetto sole nel mese di settembre.
GELSOMINO (Jasminum officinale) L'acqua di gelsomino si diceva che "ammazzasse i bachi", ovvero gli ossiuri, piccoli vermi filiformi che vivono come parassiti nell'intestino dei bambini, provocando stati di alterazione febbrile. Se l'azione del decotto non era sufficiente, spesso si ricorreva al rituale della "segnatura".
GIAGGIOLO (Iris florentina). Per le punture di insetti si usavano le "patate" (bulbi) di giaggiolo bollite in olio puro di oliva.
GRAMIGNA (Agropyrum repens) L'acqua di gramigna è rinfrescante per i reni. Va bollita e poi fatta posare.
LINO (Linum usitatissimum) Per curare le bronchiti si applicavano sul torace "impiastri" (impacchi caldi) di semi di lino, ai quali, per essere resi ancora più efficaci, si aggiungevano semi di senape.
MAIS (Zea mays), in vernacolo "granoturco" Con un decotto di "baffi" di granoturco si curava la tosse.
MALVA (Malva sylvestris) L'acqua di malva, ottenuta con un decotto, era ben nota per i suoi effetti antinfiammatori. Veniva usata per la pelle, gli occhi o il mal di denti, fino alle infiammazioni dell'apparato digerente; era inoltre rinfrescante per i reni. Con una pappina di foglie di malva, latte e pane si portavano a maturazione frignoli, giradito e ascessi.
OLIVO (Olea europaea) Per abbassare la pressione si usava decotto di foglie di olivo bollite.
PATATA (Solanum tuberosum) Per le gengive infiammate venivano applicate in loco patate tagliate a fettine sottili.
PIANTAGGINE (Plantago major, P. media), in vernacolo "petacciola" Una poltiglia ottenuta con le parti verdi della pianta veniva usata per arrestare le emorragie e contro le punture d'insetti.
SUSINO (Prunus domestica) Le prugne fanno bene per "andare di corpo".
ROMICE (Rumex acetosa), in vernacolo "rombice" o "erba brusca" Un mazzetto di erba romice incartato nella "carta gialla" e riscaldato in un forno serviva come impacco per far maturare il pus.
ROSMARINO (Rosmarinus officinalis), in vernacolo "ramerino" Bruciato in uno scaldino con un po' d'olio, se ne fanno "fumature" contro il raffreddore; il decotto delle foglie era invece efficace contro i dolori di pancia.
SALVIA (Salvia officinalis) Le foglie di sfregate contro i denti venivano usate al posto del dentifricio; sciacqui con l'acqua di salvia rassodavano le "ganasce", cioè le gengive. La salvia bollita con lo zucchero era efficace contro la tosse.
SAMBUCO (Sambucus nigra) Con impiastri (impacchi caldi) di foglie di sambuco venivano curate le "risipole": con questo temine veniva chiamato in vernacolo ogni forma di gonfiore dolente; se l'applicazione non era sufficiente, si ricorreva al rito della "segnatura". Un infuso di fiori di sambuco, preparato con acqua molto calda, fa bene al fegato.
SIDERITE o STREGONIA (Sideritis romana), in vernacolo "erba da paura" Ai giorni nostri risulta essere particolarmente curioso l'uso di questa pianta dalle caratteristiche foglie pelose, che cresceva lungo i fossetti. In caso di un forte spavento venivano lavate le parti scoperte del corpo con un decotto di foglie essiccate della pianta, che leniva lo stato di ansia. Il lavaggio, accompagnato da una cantilena, andava fatto in senso discendente (verso i polsi o le caviglie) e andava ripetuto finché l'aspetto dell'acqua non appariva limpido.
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